Fonte acqua marcia o solforosa
Fonte dell'acqua marcia
Scheda
Lo storico Biorci attesta che i romani spostarono il tracciato della via Aemilia Scauria (109 a.C.) di sette trabucchi circa (21 metri) per non contaminare una sorgente di acqua solforosa, giudicata dai medici dotata di proprietà curative, che si trovava a due km e mezzo dal villaggio.
Nel Dizionario dei Comuni Italiani si legge che l’acqua: “…forma sul terreno dove scorre un sedimento filamentoso bianchigio di solforosa natura. Quest’acqua è limpida; tramanda un grave odore solforoso; ha un sapore nauseante. Gli abitanti di questo e dei circonvicini paesi credono l’acqua solforosa di Ponti, ivi detta marcia, atta a guarire le malattie cutanee, le piaghe inveterate e le affezioni del tubo alimentare dipendenti da atonia. Il fango che si raccoglie alla sorgente fu riconosciuto giovevole nelle idrartrosi non accompagnate da flogosi acuta. Il ch. Bertini, che ciò riferisce, dice pure che nella regione dell’acqua marcia trovansi alcune altre piccole sorgenti, ma di minor considerazione, e tenute in nessun conto”.
La sorgente è ancora presente e, anche negli anni di maggiore siccità, non ha mai cessato di sgorgare.
Nel corso degli anni la zona adiacente la sorgente è stata oggetto di interventi da parte dell’Amministrazione per agevolare l’accesso del pubblico. Nel 2017 è stata arricchita con un mosaico realizzato dall’artista Alzek Misheff.
Per parecchio tempo le donne della borgata venivano presso questa sorgente per lavare il loro bucato servendosi della grossa vasca costruita proprio per questo scopo.
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Nei pressi della sorgente solforosa, a sinistra della via Aemilia - sempre secondo il Biorci – si trovava un Tempio che, in seguito al ritrovamento di una mezza luna di bronzo, si ritiene fosse dedicato a Diana.
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Secondo il Laguzzi in questa regione sorgeva la chiesetta di san Remigio “ora scomparsa ma sempre viva nel ricordo dei vecchi”.
A sostegno di questa tesi, dalla consultazione di documenti dell’Archivio Diocesano di Acqui si apprende della domanda, nel 1677, da parte della nobile famiglia Serventi, per la costruzione della chiesa campestre di S. Remigio – S. Francesco, in regione Teneve.
La sorgente è ancora presente e, anche negli anni di maggiore siccità, non ha mai cessato di sgorgare.
Nel corso degli anni la zona adiacente la sorgente è stata oggetto di interventi da parte dell’Amministrazione per agevolare l’accesso del pubblico. Nel 2017 è stata arricchita con un mosaico realizzato dall’artista Alzek Misheff.
Per parecchio tempo le donne della borgata venivano presso questa sorgente per lavare il loro bucato servendosi della grossa vasca costruita proprio per questo scopo.
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Nei pressi della sorgente solforosa, a sinistra della via Aemilia - sempre secondo il Biorci – si trovava un Tempio che, in seguito al ritrovamento di una mezza luna di bronzo, si ritiene fosse dedicato a Diana.
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Secondo il Laguzzi in questa regione sorgeva la chiesetta di san Remigio “ora scomparsa ma sempre viva nel ricordo dei vecchi”.
A sostegno di questa tesi, dalla consultazione di documenti dell’Archivio Diocesano di Acqui si apprende della domanda, nel 1677, da parte della nobile famiglia Serventi, per la costruzione della chiesa campestre di S. Remigio – S. Francesco, in regione Teneve.